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sabato 24 gennaio 2015

PENSARE A COSE "BIZZARRE" AIUTA A MEMORIZZARE!

AVETE MAI SENTITO PARLARE DI TECNICHE DI APPRENDIMENTO EFFICACE?
Alla base della memorizzazione vi sono le immagini mentali, poiché per circa l'80% il nostro cervello memorizza attraverso le immagini. Il punto ora è: come devono essere le immagini che creiamo nella nostra mente per risultare efficaci e memorizzabili in modo ottimale?

Gli mnemonisti mettono alla base delle tecniche di memoria un criterio generale che presiede ad ogni successiva strategia di memorizzazione. Ciascuno chiama questo criterio in modo diverso, chi #PAV, chi #EMAICE, ecc
Utilizziamo a questo proposito l'acronimo "PAV" che sta per  Paradosso - Azione - Vivido. Questo metodo serve  a rendere molto più "digeribili" per la nostra mente le immagini che creiamo e il nostro cervello pare possa riuscire a fissarle, e quindi a memorizzarle, con più facilità.
Spieghiamo meglio:
1) Per PARADOSSO intendiamo immagini il più possibile improbabili, strane, bizzarre, inusuali. Tutto ciò che è strano ci impressiona, smuove qualcosa nel nostro ambito emozionale. Pensiamo ad esempio ad immagini particolarmente comiche o splatter: ci restano vivide nella mente perché vanno a "stuzzicare" le nostre emozioni. Le emozioni stanno alla base dell'apprendimento e della motivazione: più ci appassiona ciò che studiamo più il successo nello studio è alla nostra portata.
Quindi immaginare per esempio non un semplice elefante, ma  un elefante enorme, grande almeno come un grattacielo. Non immaginerò una semplice casa, ma una casa gigantesca, la mia stessa casa, che ha tegole fatte di caramelle e l'intonaco di zucchero filato, dove si aprono le finestre al ritmo di un valzer che suona all'interno.
2) AZIONE. E' più facile memorizzare immagini statiche oppure immagini in movimento, concatenate in sequenza? Senza dubbio la seconda opzione: memorizziamo meglio immagini collegate tra loro, che hanno un senso e una loro logica (anche se bizzarra, non importa). 

3) VIVIDE. E' presto detto: le immagini devono essere il più possibile  "reali", vivide appunto. E' vivido ciò che è particolarmente intenso, evidente, chiaro, che non lascia dubbi rispetto alla sua identificazione.

Dicevamo all'inizio che un altro modo per chiamare le nostre immagini mentali è la sigla EMAICE; cambiano le parole ma il concetto non cambia:
ESAGERAZIONE: assegnare all'oggetto da memorizzare dimensioni, aspetti e proporzioni al di sopra della norma (vedi l'elefante enorme come un edificio).
MOVIMENTO: conferire dinamismo all'immagine, movimento, evitare la staticità (l' elefante in questione balla la macarena).
ASSOCIAZIONE INUSUALE: creare associazioni bizzarre, folli, senza un apparente nesso logico tra due o più elementi (l'elefante ha un cappello da marinaio e una tuta da meccanico).
COINVOLGIMENTO EMOTIVO: è bene usare immagini che siano per noi affettivamente significative, che richiamino nostri vissuti emozionali: se immagino la casa sarà la mia casa, se immagino un'automobile sarà la mia prima automobile a cui sono stato particolarmente affezionato. Sensazioni e sentimenti sono più vividi rispetto a cose, persone, animali che hanno avuto rilevanza emozionale per noi.
Ma cosa fare nel caso di parole astratte? E' facile immaginare ad esempio la parola TAVOLO, ma come posso immaginare la parola AMORE? FACCIAMO SUBITO UN ESEMPIO CONCRETO.

Dobbiamo creare un’immagine concreta per questa parola, utilizzando il P.A.V. Per farlo, divideremo la parola in due immagini concrete, e le assoceremo tra di loro. Ad esempio possiamo prendere AMO e RE. Per associarle con P.A.V. (Paradosso Azione Vivido), immaginiamo un gigantesco AMO che, anziché pescare pesci, tira su un ricchissimo RE con tanto di scettro e corona.




In questo modo abbiamo la totale certezza di ricordare AMORE. Facile vero?
Facciamo un altro esempio: proviamo con la parola SILENZIO. Che fare? Non posso immaginare cose che mi richiamano ad altro, come ad esempio una stanza vuota, perché ricorderei l'immagine STANZA e non SILENZIO, andando così completamente fuori strada.
E allora proviamo a spezzare la parola immaginando separatamente due immagini concrete che somiglino ai suoni delle parole "spezzate". SILENZIO = SILos + LENZa 
                    
Immaginiamo ora che questo enorme silos inizi a poco a poco a crollare, fino a distruggersi completamente e al centro delle macerie troviamo una lenza enorme, gigante, del tipo di quella in figura.
Nel caso di parole astratte più lunghe e complesse (es. Affermazione, complementarità, epesegetico), esse posso essere "spezzate" anche in 3 - 4 o più parti da collegare tra loro. Il procedimento che collega le singole parti è sempre lo stesso.

Adesso provate ad esercitarvi voi...e fateci sapere!

nb: qualora vogliate approfondire l'argomento vi consigliamo il testo di Matteo Salvo "il segreto di una memoria prodigiosa" .


(per saperne di più: http://www.matteosalvo.com/)
 

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