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giovedì 4 dicembre 2014

Zampogna e Zampognaro come immagini del Natale.


Dal Lazio (specie nella zona della Ciociaria) alla Basilicata (la cosiddetta surdulina lucana), dal Molise (dove si tiene ogni anno, d'estate, un festival internazionale) alla Sicilia (in particolare nella zona di Messina), la #zampogna è uno strumento di larghissima diffusione nel centro sud italiano. Ogni regione può vantare più varianti dello stesso strumento, e ogni zona ha il suo tipico modo di suonarlo, le proprie classiche composizioni e spesso la zampogna viene associata a riti, feste e sagre del posto, di tradizione più o meno antica.
Alfio Leocata

E se magari andando a rovistare in soffitta scoprissimo di averne una in casa anche noi? Vediamo insieme come si suona questo straordinario strumento tipico del nostro Paese.

In realtà, come si è appena visto, parlando di zampogna non si sa mai esattamente a quale preciso tipo di strumento si voglia fare riferimento; ne esistono innumerevoli modelli, tutti molto simili fra loro, ma data l'origine popolare e la fabbricazione manuale, ogni zona di quelle citate ha la sua specifica zampogna. Hanno però tutte in comune le seguenti caratteristiche: si tratta di uno strumento composto da una cassa armonica denominata generalmente otre, dalla quale spuntano quattro o cinque canne (di solito fatte di legno) all'estremità delle quali va immesso quindi il fiato da parte del suonatore e un'altra canna percorsa da svariati fori. Quest'ultima è destinata alle mani del suonatore, che dovranno andare ad aprire e a chiudere i vari forellini presenti sulla canna per emettere le diverse note e creare le melodie che fuoriescono dallo strumento. Per quanto riguarda invece le altre (quattro o cinque, a seconda del tipo di strumento) canne, invece, sono solamente due in genere quelle al cui termine si trova un'ancia - che può essere anche doppia, per conferire un suono più pieno e più potente - da tenere in bocca soffiando per immettere aria nell'otre.Le altre due o tre canne servono invece per emettere una nota continua, creando l'effetto chiamato bordone (una nota di complemento che riecheggia a lungo nell'aria).
La sacca (otre), infine, veniva in tempi lontani prodotta con la pelle di una pecora intera, mentre oggi si preferisce ricavarla dalla gomma o da altro materiale sintetico affine. Essa funziona semplicemente da camera d'aria per il fiato, gonfiandosi e sgonfiandosi al ritmo dell'immissione da parte del suonatore...


Zampogna costruita dal Maestro Giuseppe Carpita
Da secoli ormai, con l’approssimarsi del Natale, gli zampognari lasciano i loro paeselli e si recano a portare il messaggio musicale della natività in tutta Italia, e spesso anche all'estero. Alcuni sono grandi interpreti, (i musicisti con la zampogna e la ciaramella riescono a far cose incredibili, virtuosismi degni di grandi palcoscenici), gente che costantemente, per tutto l'anno, vive tutt'uno con lo strumento; moltissimi altri invece, ripulite le vecchie pive, ripassate le facili note di "Tu scendi dalle stelle" e rispolverati i costumi caratteristici, partono per questa migrazione periodica che spesso dà frutti economici rilevanti.



La zampogna, infatti, è uno strumento che, sparito ormai da anni nel nord Italia, viene costruito ancora in pochi piccoli paesi del centro e del meridione della penisola.

Alfio Leocata

Lo zampognaro passa tutte le feste di fine anno lontano da casa, mentre gli altri sono in famiglia con i propri cari. Non di rado lavora la notte di Natale, al freddo, mentre gli altri si scambiano gli auguri tra parenti in mezzo a panettoni e spumanti, magari vicino al camino. Lo zampognaro si sacrifica quindi e la sua figura, negli ultimi tempi spesso screditata, va invece rivalutata perché ha un peso ed un suo ruolo. E' lui che ci fa rivivere l'autentico Natale della tradizione, che altrimenti non avrebbe il medesimo sapore, ed è la zampogna che da sola ci fa provare certe sensazioni che altrimenti non percepiremmo più. Sono divenuti, zampogna e zampognaro, l'immagine stessa del Natale, così come l'albero o il presepe, e se tale tradizione continua molto si deve ai musici che, a dispetto dei tempi che mutano, continuano a ricalcare antichi itinerari, che furono del loro padri e dei loro nonni, per andare ad annunciare la natività.
       


 

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