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lunedì 25 agosto 2014

CON VERGA A VIZZINI

CON VERGA A VIZZINI

«Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva, ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, s'udì un rovinìo, la campanella squillante di Sant'Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando: - Terremoto! San Gregorio Magno!»
(Giovanni Verga, 1889 : Mastro Don Gesualdo)

I luoghi verghiani abbracciano una vasta area. Dall’entroterra siciliano delle terre di Vizzini, circondate dall’altipiano degli Iblei, alla piana di Catania che introduce alla città etnea che con i suoi palazzi barocchi fa da cornice alla vita cittadina dell’illustre scrittore; dalle falde dell’Etna, riempiti i polmoni di aria incontaminata ed ossigenata la mente dall’alto del vulcano, tetto d’Europa, ci si rituffa nella mitica riviera dei ciclopi per rivivere l’epopea de I Malavoglia nel borgo di Aci Trezza. 

 


Palazzo Trao
Percorsa la scalinata intitolata a Lucio Marineo, in via Santa Maria dei Greci, sorge l'inconfondibile Palazzo barocco della famiglia Ventimiglia, citato nel romanzo di Mastro Don Gesualdo.  Nel prospetto è collocata una lapide marmorea con la scritta: casa Mastro Don Gesualdo Motta.  Di particolare pregio architettonico è il portale d'ingresso lavorato in pietra locale e le inferriate dei balconi. 
"Dal palazzo dei Trao, al di sopra del cornicione sdentato, si vedevano salire infatti, nell'alba che cominciava a schiarire, globi di fumo denso, a ondate, sparsi di faville"."Una vera bicocca quella casa i muri rotti, scalcinati, corrosi, delle fenditure che scendevano dal cornicione fino a terra; le finestre sgangherate e senza vetri; lo stemma logoro, scantonato, appeso ad un uncino arrugginito, al di sopra della porta" . 
(Da Mastro Don Gesualdo.)
   Cortile di Palazzo Trao (Mastro Don Gesualdo)  Portone di Palazzo Trao

Casa Mastro-don Gesualdo. Situata in via Santa Maria dei Greci, riveste un interesse letterario in quanto è inserita nei percorsi Verghiani:  "Brucia il palazzo, capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Ci ho accanto la mia casa, perdio! - Si mise a vociare mastro - don Gesualdo  Motta" . Da Mastro Don Gesualdo.Palazzo Rubiera Il Palazzo Rubiera riveste un notevole interesse letterario dato che è inserito nei percorsi Verghiani:
"Una volta, al tempo dello splendore dei Rubiera, c'era stato anche il teatro. Si vedeva tuttora l'arco dipinto a donne nude e a colonnati, come una cappella" "La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi, a misura che i genitori di lei andavano stanando ad uno ad uno i diversi proprietari, sino a cacciarsi poi colla figliuola nel palazzetto dei Rubiera, e a porre ogni cosa in comune tetti alti e bassi; finestre d'ogni grandezza, qua e là, come capitava; il portone signorile incastrato in mezzo a facciate da catapecchie".  (Da Mastro Don Gesualdo)

Palazzo La Gurna Prima metà del secolo XIX.
In questa casa, si tenne il banchetto nuziale di Mastro Don Gesualdo e Donna Bianca Trao. Il prospetto presenta ai lati dell'ingresso principale due colonne su alte basi in pietra vulcanica, secondo una tipologia costruttiva tipica degli edifici privati di Vizzini. Il nome della famiglia La Gurna, una fra le più antiche famiglie nobili della città fu scelto dal Verga e non è quello del casato a cui apparteneva il Palazzo. "Nella casa antica dei La Gurna, presa in affitto da Don Gesualdo Motta, si aspettavano gli sposi".  (da 
Mastro Don Gesualdo)

   Casa di Mastro Don Gesualdo   Palazzo La Gurna

Piazzetta  di Santa Teresa
 La Chiesetta di Santa Teresa, caratterizzata da un prospetto settecentesco el'Osteria della 'gna Nunzia,
"Turiddu, adesso che era tornato il gatto, non bazzicava più di giorno per la stradicciuola e smaltiva l'uggia all'osteria, con  gli amici. La vigilia di Pasqua avevano un desco un piatto di salsiccia.  Come entrò compare Alfio, soltanto dal modo in cui gli piantò gli occhi addosso, Turiddu comprese che era venuto per quell'affare e posò la forchetta sul piatto".... "Turiddu da prima gli aveva presentato il bicchiere, ma compare Alfio lo scansò colla mano". "Si scambiarono il bacio della sfida. Turiddu strinse fra i denti l'orecchio del carrettiere, e così gli fece promessa solenne di non mancare".  (Da Cavalleria Rusticana)

          Casa di Lola (Cavalleria Rusticana)     Chiesa di Santa Teresa

'A Cunziria. Situata a Nord di Vizzini, in un luogo non privo di attrazioni naturalistici, costeggiato da collinette e circondato da fichidindia, posto a valle, si trova l'antico borgo artigiano chiamato la "Cunziria". Si tratta di un villaggio ottocentesco, luogo , vero e proprio esempio d'archeologia industriale, costituito da un congruo numero di case, alcune a più piani, dall'aspetto semplice ma pittoresco.

L'ubicazione è stata dettata dalla presenza di una sorgente d'acqua, indispensabile per conciare il cuoio, presente sopra le concerie comunemente chiamata"Fontana", che contribuiva a realizzare un prodotto molto apprezzato.  All'interno della Cunziria" si trova ancora oggi la chiesetta dedicata a Sant'Eligio, della quale oggi rimane solo la struttura.  In questa chiesa, ogni domenica, si celebrava la S. Messa per gli artigiani che non potevano recarsi in paese.  Non si conosce con certezza l'epoca di insediamento delle concerie, ma si ritiene di poterne riportare le origini all'antica Bidi.

La "Cunziria" ha un interesse letterario ed è inserita nei percorsi Verghiani, collegata al duello fra compare Turiddu e compare Alfio, svoltosi lì, fra i fichidindia."Turiddu annaspò un pezzo di qua e là tra i fichidindia e poi cadde come un masso"da Cavalleria RusticanaDi recente proprietà della provincia di Catania, è in restauro ai fini della valorizzazione storico-letteraria.


Vizzini. Uno dei luoghi più affascinanti e rappresentativi della Cavalleria Rusticana: 'a cunziria. La Conceria famosa nel mondo come  dove si consumò la mitica sfida d'onore tra Turiddo Macca e compare Alfio. 




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